TUTTO QUELLO CHE VUOI E’ AL DI LA’ DELLA PAURA
progetto e idea Lorenzo Cipriani
con Lorenzo Cipriani
e con Tommaso Allegri, musicista
assistenza alla drammaturgia Maria Cassi
consulenza psicologica dott. Diana Lenza
illustrazioni Chiara Guidi
con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
PREMESSA
A gennaio 2020 sono salpato da Saint Lucia ai Caraibi per compiere un giro del mondo
in barca a vela. Saremmo stati in mare per un anno e mezzo e ci saremmo finanziati con tanti compagni di viaggio che avrebbero condiviso alcune tratte con noi. A marzo siamo approdati alle isole Marchesi, provenivamo dalle Galapagos dopo circa 20 giorni di navigazione e nel frattempo il mondo era cambiato, era scoppiata la pandemia. Siamo rimasti in quarantena alla fonda davanti all’isola di Hiva Oa per giorni senza sapere cosa sarebbe accaduto. Tutto le isole del Pacifico avevano chiuso le frontiere. La gran parte delle barche che solitamente navigano lungo queste rotte si erano fermate in Polinesia francese e gli equipaggi erano stati rimpatriati. Noi siamo stati gli unici che hanno deciso di continuare. All’inizio non è stato facile, i governi locali non sapevano come comportarsi, come proteggersi dal contagio, diversi stati del Pacifico ci hanno respinto, ma progressivamente abbiamo continuato a navigare fra le altre isole della Società fino alle Fiji. L’oceano era deserto e le terre che toccavamo sembravano abbandonate. Attraverso una lunghissima navigazione siamo arrivati in Indonesia per traversare l’oceano Indiano fino a Reunion e proseguire fino a Cape Town, passando il capo di Buona Speranza alla fine dell’anno. Agli inizi del 2021 siamo ripartiti costeggiando l’Africa fino in Namibia, per traversare l’Atlantico del sud fino in Brasile e tornare a Saint Lucia il giorno di Pasqua del 2021.
Adesso che sono tornato in Italia dopo più di 18 mesi di navigazione intorno al mondo, mi rendo conto che questo viaggio in questi tempi di pandemia non è stato certo facile. Ma è stato possibile. E ripensando a tutto quel che ho visto, alle meraviglie dei paesaggi oceanici, agli approdi di isole talmente belle da togliere il fiato, alle notti stellate, alle tempeste e alle calme piatte, alle scoperte dei paesi che ho visitato, mi rendo conto che lo stupore più grande che ho provato è stato sempre l’incontro con le persone.
Dovunque siamo stati abbiamo sempre trovato una grande accoglienza, l’aiuto disinteressato di tante persone, dalle più semplici alle autorità civili, da parte di tutto il mondo legato al mare, la comunità dei velisti, i marinai, i pescatori locali. Bastava un sorriso per aprire una porta, per essere accettati. Mi sono convinto che il vero viaggio lo fanno sempre le persone. Sono gli incontri umani che rendono l’esperienza di viaggio un’esperienza unica. Quella che veramente ci rende più ricchi. Dentro di me adesso c’è una parte di tutti gli amici che ho incontrato. Non potrò mai dimenticare nessuno di loro, perché è grazie a loro che ho trovato la forza per vincere le tante paure che abbiamo affrontato in questo lungo viaggio di ritorno, trasformandole in opportunità e speranza. E questo mi ha dato una grande fiducia nel futuro, perché nei momenti di maggiore difficoltà emergono sempre i valori più umani, quelli della solidarietà, della voglia di conoscersi e di capire il mondo attraverso il rapporto con l’altro.
(Lorenzo Cipriani
Uno spettacolo teatrale basato sullo storytelling del viaggio e incentrato sul tema della trasformazione della paura
Le paure esistono per essere sopportate. Nessun uomo è coraggioso, se non sa avere paura. La famosa citazione di Sa’di — Se il tuffatore pensasse sempre allo squalo, non metterebbe mai le mani sulla perla — contiene tutta la saggezza necessaria per combattere la paura.
I casi sono due: o accettiamo il rischio e tentiamo d’impossessarci della perla, o ci rassegniamo a vivere nel rimpianto di non averlo fatto. E se al mondo esiste davvero qualcosa di cui aver paura, è proprio questo: comportarsi in modo da giustificare il rimpianto.
Durante il periodo di lockdown chi ha sofferto maggiormente sono stati gli adolescenti, sono stati loro le vittime indirette della pandemia. Secondo gli studi più recenti:“i ragazzi sono vittime di sentimenti negativi che stanno evolvendo in pericolosi quadri di disturbo post-traumatico da stress o in costrutti psichiatrici” (Gabriella Pozzobon, Pediatra del Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Presidente della Società italiana di medicina dell’adolescenza).
Stanno emergendo in modo sempre più chiaro i disagi sofferti da tanti ragazzi legati alla paura di vivere e alla difficoltà di relazionarsi con il prossimo. Secondo uno studio condotto su bambini e adolescenti di Italia e Spagna è emerso che l’85,7% dei genitori ha riferito cambiamenti importanti nelle emozioni e negli atteggiamenti dei propri figli durante il lockdown. I cambiamenti più frequentemente osservati sono: difficoltà di concentrazione (76,6%), noia (52%), irritabilità (39%), irrequietezza (38,8%), nervosismo (38%), solitudine (31,3%), disagio (30,4%) e preoccupazioni (30,1%).
“Gli adolescenti che hanno vissuto, e stanno vivendo, con difficoltà il periodo della pandemia reagiscono frequentemente con due modalità: aumento dell’irritabilità, quindi possono diventare anche aggressivi o, al contrario, con un forte ritiro sociale manifestando più sintomi di tipo depressivo. Questo secondo gruppo di ragazzi, che si chiude in casa e che non vuole più uscire, perché ad esempio spaventato dalla possibilità di contagiarsi oppure perché trova rinforzato un atteggiamento già preesistente di una certa difficoltà e disagio a incontrare i propri coetanei, probabilmente costituirà l’onda lunga, una volta finita la pandemia. Intendo che sarà difficile farli uscire e riprendere un’attività di relazione che la pandemia ha precluso, l’impatto è certamente molto forte.
Queste situazioni poi possono dar vita a quei fenomeni di autolesionismo o addirittura di tentativo di suicidio. Dall’osservatorio particolare che è il pronto soccorso, registriamo che ogni giorno accogliamo almeno un ragazzo che si taglia, cioè si ferisce volontariamente, o addirittura tenta il suicidio. Non sono solo ragazzi grandi, 16/17 anni, ma purtroppo abbiamo avuto esperienze anche con ragazzi poco più che bambini, intorno ai 12/13 anni, che hanno fatto gesti davvero ad alto rischio” (Prof. Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma).
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Lorenzo Cipriani ha una personalità eclettica, lavora come storico dell’arte, curatore, scrittore, conferenziere e organizzatore di progetti culturali. In qualità di musicista e compositore opera nel campo della contaminazione fra le espressioni artistiche contemporanee. Come skipper naviga da più di venti anni in tutti i mari del mondo realizzando progetti di viaggio alla scoperta della storia e della cultura dei luoghi.
Il suo ultimo libro “Il respiro dell’oceano” sarà presentato a Pistoia presso l’Antico Palazzo dei Vescovi venerdì 1 aprile 2022.
