Emilia Romagna Teatro Fondazione
TI REGALO LA MIA MORTE, VERONIKA
traduzione e adattamento di Antonio Latella e Federico Bellini
tratto dal film Veronika Voss di Rainer Werner Fassbinder
regia Antonio Latella
con Monica Piseddu
e in o.a.: Valentina Acca, Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Estelle Franco, Nicole Kehrberger, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Utilizzo della sceneggiatura Die Sehnsucht der Veronika Voss di Peter Märthesheimer e Pea Fröhlich, da una bozza di Rainer Werner Fassbinder, per gentile concessione della Fondazione Rainer Werner Fassbinder – Berlino e di Verlag der Autoren – Francoforte sul Meno / Germania.”
“Per gentile concessione di Arcadia & Ricono Srl a socio unico, via dei Fienaroli, 40 – 00153 Roma – Italy”
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
musiche Franco Visioli
luci Simone de Angelis
ombre Altretracce
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IL TEATRO SI RACCONTA
Sabato 19 Dicembre, ore 17.30
Lo Spazio di Via dell’Ospizio (via dell’Ospizio, 26/28)
INCONTRO CON LA COMPAGNIA
ingresso libero fino ad esaurimento posti
conduce l’incontro Simone Nebbia, critico di teatro
Il lavoro di indagine sulla drammaturgia contemporanea, che Emilia Romagna Teatro Fondazione persegue da anni, segna una nuova tappa grazie al nuovo allestimento di Antonio Latella che consolida il suo rapporto con lo stabile regionale dell’Emilia-Romagna dirigendo Ti regalo la mia morte, Veronika, lavoro che il regista di origine napoletana ha riscritto con il drammaturgo Federico Bellini ispirandosi liberamente – come esplicitamente dichiarato nel sottotitolo – alla poetica del cinema fassbinderiano.
Ecco allora che, dopo il pluripremiato Un tram che si chiama desiderio, Latella prosegue la propria analisi nell’universo femminile con uno spettacolo che rilegge i miti del cinema occidentale e ne indaga le icone che essi hanno regalato alla memoria collettiva, senza dimenticare Francamente me ne infischio, personale rilettura di ‘Via col vento’ che ha recentemente impegnato il regista nel confronto con un film chiave della storia popolare del cinema occidentale.
Latella ritrova qui la poetica di Rainer Werner Fassbinder a distanza di quasi dieci anni: era infatti del 2006 la sua rilettura teatrale di Le lacrime amare di Petra von Kant. La base di questo nuovo lavoro non è però un testo teatrale dell’autore bavarese, ma parte dell’opera cinematografica che Fassbinder ha dedicato alla rappresentazione e all’analisi della donna. Partendo dalla rievocazione della vicenda di Veronika Voss, ultima tra le protagoniste del suo cinema, lo spettacolo incontra alcune tra le figure femminili grazie alle quali il regista ha consegnato forse una grande, unica opera, una lavoro il cui sguardo cinematografico e biografia personale tendono inevitabilmente a coincidere. Una corsa folle, senza protezioni, una prolungata allucinazione dove realtà e finzione diventano quasi indistinguibili. Entriamo così nella mente di Veronika, diva sul viale del tramonto e vittima della morfina somministrata da medici senza scrupoli, dove i ricordi e i personaggi rievocati diventano apparizioni in bianco e nero, il nero come forma perfetta che fagocita gli altri colori e il bianco della purezza ma anche del lutto. E, inevitabilmente, il bianco della morfina che trasforma le memorie in gratificazioni, deforma ogni percezione fino a rendere accettabile la morte come possibilità, o liberazione. Un viaggio in cui Veronika e le altre eroine del cinema fassbinderiano regalano il proprio sacrificio al loro ideatore, il regista, il medico ma anche il carnefice Fassbinder, a sua volta, probabilmente, personaggio del suo stesso dramma.