STAGIONE DI PROSA 2021/2022
TARTUFO
di Molière
traduzione Cesare Garboli
adattamento e regia Roberto Valerio
con (o.a.) Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina, Roberto Valerio
e con Marcello Di Giacomo, Massimo Grigò, Irene Pagano,
Elisabetta Piccolomini, Roberta Rosignoli
scene Giorgio Gori
costumi Lucia Mariani
luci Emiliano Pona
suono Alessandro Saviozzi
Personaggi e intrepreti
MADAMA PERNELLA, madre d’Orgone / Elisabetta Piccolomini
ORGONE, marito di Elmira/ Roberto Valerio
ELMIRA, moglie di Orgone / Vanessa Gravina
DAMIDE, figlio di Orgone/ Luca Tanganelli
MARIANNA, figlia di Orgone / Irene Pagano
CLEANTE, cognato di Orgone / Massimo Grigò
DORINA, cameriera / Roberta Rosignoli
TARTUFO, finto credente/ Giuseppe Cederna
LORENZO, servo di Tartufo / Massimo Grigò
con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana
Il Teatro di Lamporecchio riparte da… Molière. E lo fa, inaugurando la stagione 2022, proprio con Tartufo, una delle più celebri commedie del grande autore francese, nel giorno del suo ‘compleanno’, a 400 anni esatti dalla nascita.
In scena, sabato 15 gennaio (ore 21), la fortunata produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese che, sul palco di Lamporecchio, conclude così una tournée di successo che, quest’anno, ha toccato teatri prestigiosi come lo Stabile di Torino, il Massimo di Cagliari, il Quirino di Roma, il Rossetti di Trieste e, tra le altre piazze, Lugano e Siena.
Lo spettacolo è firmato alla regia da Roberto Valerio, regista che ha realizzato negli anni spettacoli molto apprezzati da pubblico e critica: tra questi, sempre con l’ATP, Il Vantone di Pier Paolo Pasolini, L’impresario delle Smirne di Goldoni e Casa di Bambola di Ibsen, con il Teatro dell’Elfo Un marito ideale di Wilde e, con la Compagnia Orsini, Il giuoco delle parti di Pirandello.
Assieme a Roberto Valerio (anche interprete, quale Orgone), è in scena, nel ruolo del titolo, Giuseppe Cederna che, dopo i suoi one-man-show degli ultimi anni, è tornato ad inserirsi, da protagonista, in un’importante produzione teatrale. Lo spettacolo si avvale, nel ruolo di Elmira, della presenza di Vanessa Gravina, perfettamente a suo agio tra tv e teatro. Nel cast, anche Massimo Grigò (Lorenzo), Irene Pagano (Marianna), Elisabetta Piccolomini (Madama Pernella), Roberta Rosignoli (Dorina) e Michele Di Giacomo (Damide).
Scene, costumi, luci e suono sono, rispettivamente, di Giorgio Gori, Lucia Mariani, Emiliano Pona e Alessandro Saviozzi.
Appunti per una regia
La trama del celebre capolavoro è a tutti nota: il protagonista, emblema dell’ipocrisia, indossa la maschera della devozione religiosa e della benevolenza per raggirare e tradire il suo sprovveduto e ingenuo benefattore Orgone. Tartufo è dunque un arrivista che veste i panni del virtuoso in odore di santità e Orgone è colui che gli regge lo specchio in un gioco di oscura manipolazione e dipendenza affettiva. Tartufo è scaltro, affascinante, pericoloso; i suoi gesti e le sue espressioni tradiscono una natura sanguigna, depravata, oscena, naviga nelle acque irrequiete della dissimulazione oscillando tra un’affettata eleganza e una grezza materialità. È sensuale e inquietante, tanto da ricordare qualcosa di diabolico, di sinistro.
Il più delle volte, le versioni sceniche del Tartufo si sono concentrate sull’ipocrisia del personaggio del titolo. Non c’è dubbio che all’epoca in cui Molière scrisse la sua opera, i suoi obiettivi chiari erano i bigotti che usavano il rigorismo religioso come facciata per nascondere i loro empi comportamenti, senza nemmeno credere a ciò che stavano predicando. La battaglia era tra la verità e l’inganno, l’onestà e l’ipocrisia.
Ora, 350 anni dopo, questa equazione va parzialmente modificata. Tartufo non può più essere un semplice impostore. È molto più di questo: un profeta anticonformista. Un guaritore. Un guru fanatico. Che denunzia, maledice e combatte (in apparenza) contro un mondo di materialismo, consumismo, lassismo, dissolutezza, permissività e amoralità. Questo angelo oscuro o demone pietoso irrompe in una famiglia borghese benestante, la sconvolge completamente, prende il controllo, la castiga, la rivoluziona, la assorbe. Affascina interamente il pater familias Orgone e sua madre, le due figure chiave del potere familiare, mentre simmetricamente, respinge gli altri personaggi, cioè i ragazzi, la loro matrigna, lo zio e la cameriera. Tartufo ipnotizza il padre, acceca la madre, sposa la figlia, bandisce il figlio, seduce la matrigna, sconvolgendo il normale flusso di vita dell’intera famiglia. Come nel Teorema del film di Pasolini, egli lavora come un uragano, come una forza sovrannaturale, che con la sua radicalità scatena tutti i desideri e le furie trasformando il convenzionale e conformista vivere della casa.
La sua preda, Orgone, è un uomo solo, fragile, non compreso dalla sua famiglia, in preda alla moderna malattia della depressione che sfocia in attacchi di ansia e nevrosi. E Tartufo è il suo medico, l’unico che riesce a comprenderlo e a regalargli serenità. Orgone è la fragilità di un cuore catturato per la prima volta, il potere comico di un’anima contraddittoria, l’autorità della figura paterna che in modo vendicativo ha deciso di insegnare a tutta la sua famiglia come vivere punendola con Tartufo.
Elmire è uno dei personaggi più interessanti creati da Molière. Il suo potere enigmatico, la sua complessità evasiva, la sua apparente sottomissione , fanno di lei la vera potenza della commedia, l’unica in grado di sconfiggere Tartufo. Orgone ne è stato sedotto fino a sposarla, Tartufo è irresistibilmente attratto da lei. Un oscuro oggetto del desiderio.
Il nostro spettacolo sarà una commedia molto divertente, che saprà unire la satira corrosiva alla profonda riflessione sull’animo umano e sui valori sociali; con una visione audace e contemporanea che sottolinea la crisi della nostra società moderna dilaniata tra materialismo senza senso e spiritualità fanatica. Porteremo sulla scena, attraverso una rappresentazione giocosa delle tensioni sociali, politiche, familiari, l’esistenza umana, coniugando diversi registri in una polifonia di strati di senso, ora amari ora pungenti, che ci seducono, ci divertono e che ci parlano, nondimeno, con grande urgenza. Esplorare la modernità di questo classico intramontabile, per farne uno spettacolo popolare. Uno spettacolo in cui sarà divertente rovesciare, confondere, sconvolgere, sovrapporre bene e male, in una promiscuità di temi, caratteri e intrecci che nascondono, dietro i rumorosi ingranaggi della commedia, un riso amaro.”
Roberto Valerio
Video

Teatro Comunale (Lamporecchio)
Spettacolo in abbonamento
Date
sabato, 15 Gennaio 2022
ore 21.00