Anna Maria Guarnieri
SINFONIA D’AUTUNNO
di Ingmar Bergman
traduzione Chiara De Marchi
con Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori
regia Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera
costumi Claudia Calvaresi
musiche Giordano Corapi
luci Simone De Angelis
durata: 1 ora e 45 minuti (senza intervallo)
IL TEATRO SI RACCONTA
Incontro con Anna Maria Guarnieri e la compagnia
Sabato 14 Febbraio ore 17,30 – Libreria la Feltrinelli (Via degli Orafi, 31/33)
conduce Gabriele Rizza, giornalista e critico di teatro
ingresso libero
A distanza di otto anni dall’edizione diretta da Maurizio Panici che è stata l’ultima presenza al Manzoni dell’indimenticata Rossella Falk, con Maddalena Crippa, torna in scena il testo di Bergman, diretto dal neo-consulente artistico del Teatro La Pergola Gabriele Lavia che, del grande regista svedese, aveva già portato in scena, regista e protagonista, Scene da un matrimonio e Dopo la prova. A interpretare lo scontro tra madre e figlia stavolta il talento di Anna Maria Guarnieri, gradito ritorno, affiancata da Valeria Milillo e da Danilo Nigrelli (che a Pistoia debuttò con Santa Giovanna).
“Vedi tutte quelle luci accese sulla collina? Se penso che tutti sono intenti alle loro faccende … È come se io fossi esclusa … Eppure ho sempre tanta nostalgia della mia casa, ma quando sono lì, poi, mi rendo conto di aspettarmi qualcosa che non esiste …”. Sono parole del personaggio di Charlotte (la Madre) in Sinfonia d’Autunno di Ingmar Bergman: “Essere esclusi”: un sentimento che Bergman doveva conoscere molto bene. Un sentimento comune ai ‘teatranti’, anche ai ‘concertisti’ … comune a quegli strani esseri umani che ‘si espongono’, che ‘sono’ sul palcoscenico. Hanno una sola possibilità d’essere: ‘esporsi’. Non riescono a essere Padri o Madri. Mariti o Mogli. Non sono normali. Sono ‘strani’ e sono condannati a quella che Bergman chiama la “Solitudine Assoluta”. Ma forse questa “esclusione” e questa ‘Solitudine Assoluta’ è la maledizione comune della nostra epoca. L’epoca del Nichilismo compiuto.
La maledizione di Charlotte è il “pianoforte”. Per il ‘pianoforte’ Charlotte è stata una pessima madre, una pessima moglie, una pessima amante. Per il pianoforte Charlotte ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino. E ha rovinato sé stessa. Tutta questa storia di ‘esclusioni’, di ‘privazioni’ ruota intorno alla figura simbolica del pianoforte. E il pianoforte è il ‘demonio’ che tradisce tutti, compresa lei la pianista. Colpita da un ‘dolore’ (alla schiena) Charlotte non sarà più una grande pianista. E in arte, ma forse anche nella vita, non ci sono mezze possibilità. O ‘sei’ grande o non ‘sei’”. (Gabriele Lavia)
IL TEATRO SI RACCONTA
Incontro con Anna Maria Guarnieri e la compagnia
Sabato 14 Febbraio ore 17,30 – Saloncino Manzoni (Corso Gramsci, 127)
conduce Gabriele Rizza, giornalista e critico di teatro
ingresso libero