A teatro con la scuola!
ODISSEA
progetto IL CANTO E LA MEMORIA
lezione-spettacolo di e con Gianluigi Tosto
(fascia d’età indicata: 11 – 14 anni)
Il Canto e la Memoria
La narrazione, a memoria, dei tre poemi più antichi e più famosi del mondo occidentale (Iliade, Odissea, Eneide) viene affidata alla voce di un solo attore e all’uso di alcuni semplici strumenti dal suono arcaico ed evocativo suonati dall’attore stesso alla maniera dell’aedo o del cantastorie.
Il proposito è quello di indagare sulle straordinarie possibilità espressive ed evocative di una voce narrante che, con l’ausilio di pochi ed elementari strumenti di supporto, riesca a trasportare l’immaginazione dello spettatore all’interno del proprio mondo interiore, lì dove quelle storie scaturiscono e lì dove quelle storie ancora vivono, radicate nella carne e nella memoria profonda di tutti noi.
In un momento storico caratterizzato dalla supremazia di elementi visivi e virtuali, che sono spesso in grado di condizionare anche fortemente i modelli e l’immaginario visivo degli spettatori, ho voluto recuperare il gusto perduto del “narrare le storie”, lasciando alle persone del pubblico la possibilità di seguire, durante la narrazione, la traccia visiva e immaginaria che la loro stessa fantasia propone, stimolata solamente dalle parole e dai suoni.
In questi poemi le situazioni emotive delle vicende sono fortemente legate ad una musicalità del narrare, e da essa a loro volta scaturiscono. Tale musicalità, legata anche alla metrica che sostiene la narrazione in versi, non è certo solo estetica, ma nasce da una forte memoria fisica delle sensazioni e delle emozioni, in particolare quando i versi si fanno carne e tendini nel corpo e nella voce di un attore. Questa struttura “musicale” è stata ciò che mi ha maggiormente attratto nel lavorare su questi classici e sulle tematiche che in essi vengono trattate, tematiche che sono quanto di più ancestrale e quanto di più radicato nell’uomo si possa raccontare: l’odio, l’amore, il sentimento dei legami familiari, il sentimento della patria, l’eroismo in battaglia, l’astuzia, ma anche la codardia, l’inganno, la falsità, da parte degli uomini e degli dèi.
Odissea
La struttura narrativa dell’Odissea è molto più varia e articolata di quella dell’Iliade e ben diversi sono i toni e le atmosfere che si incontrano seguendo Ulisse nelle sue lunghe peregrinazioni. I suoni e i clamori della guerra di Troia e dei grandi duelli fra eroi lasciano il posto alla malinconia e alla nostalgia della patria, alla delicatezza dell’incontro con Nausicaa, alla festosità dell’accoglienza dei Feaci, al pianto per il racconto di Demodoco, allo stupore, la meraviglia e il terrore degli incontri con Polifemo, Circe, il Regno dei Morti, le Sirene, Eolo, fino alla determinazione nell’affrontare i Proci e alla commozione del riconoscimento con Telemaco e Penelope.
Gli episodi e i personaggi dell’Odissea appartengono alla nostra cultura da sempre e sono delle pietre miliari nella formazione del nostro immaginario.
Moderna e attuale è la figura di Ulisse, e lì dove nell’Iliade predominava l’azione brutale e istintiva, senza ripensamenti, degli eroi sul campo di battaglia, nell’Odissea prevale il pensiero, il ragionamento, il calcolo del suo protagonista che prelude comunque sempre ad una azione efficace e ben meditata.
Più intimo dunque è il tono narrativo, più rivolto verso una interiorità di Ulisse, tanto più che molti degli avvenimenti sono narrati attraverso il filtro della sua stessa memoria.
E molto maggiore, rispetto all’Iliade, è il numero di strumenti utilizzati per evocare e narrare la multiformità delle situazioni e delle emozioni che costituiscono questo poema. Si va dal tamburo del mare, che non poteva certo mancare in questa storia, alla zanza africana che diventa la cetra di Demodoco, dal tamburello, che ritma la festa dei Feaci, al magico suono dei chimes che raccontano l’atmosfera dell’isola di Circe, dai campanacci di ferro e di bronzo che accolgono l’arrivo di Ulisse a Itaca ai più moderni ma non meno evocativi spring drums che lo accompagnano nel Regno dei Morti, nell’isola delle Sirene e da Eolo.
La traduzione utilizzata è quella di Mario Giammarco, di grande comprensibilità, che pur essendo tra le più recenti, riesce a restituire l’atmosfera di un passato arcaico e la magia di un mondo che miscela la realtà dei fatti con l’oniricità della dimensione interiore di chi li vive.
Gianluigi Tosto è attivo nel campo teatrale dal 1977, anno di formazione della Compagnia teatrale giovanile “Il Carro di Tespi”, con la quale prende parte a diversi spettacoli su testi di autori italiani contemporanei e partecipa a seminari di studio e ricerca per circa tre anni e mezzo. Nel 1979 inizia a frequentare i corsi del regista Orazio Costa all’interno del Centro di Avviamento all’Espressione di Firenze. In tale scuola insegnerà egli stesso a partire dal 1984 per circa sei anni. Dopo una esperienza di studio a New York, dove frequenta le scuole di recitazione locali, rientrato in Italia, inizia lo studio della danza moderna, condotto fra Firenze e Parigi, con i maestri Jerome Andrews e Traut Streiff Faggioni, entrambi allievi e collaboratori di Mary Wigman, Kurt Joos e Martha Graham.
Fra i suoi maestri annovera anche Ludwig Flaszen, fondatore, assieme a Jerzy Grotowsky, del Teatro Laboratorio di Wroclaw in Polonia; Gabriella Bartolomei, attrice fiorentina la cui ricerca ha un forte orientamento sonoro e musicale, collaboratrice di musicisti quali Sylvano Bussotti e Luciano Berio; John Strasberg, dell’Actor’s Studio di New York; l’attore polacco Jerzy Sthur; Anton Adasinskij, del Theatre Studio Derevo di San Pietroburgo; il danzatore Buto Mitsuro Sasaki; la danzatrice Julie Stanzak della Compagnia di Pina Bausch; Kaya Anderson e Linda Wise del Roy Hart Theatre.
Negli ultimi anni ha collaborato a Firenze con il Teatro di Rifredi, con la Compagnia Laboratorio Nove, con la Compagnia “Occupazioni Farsesche”, con il “Teatro di Piazza o d’Occasione” di Prato; a Carrara con la Compagnia “Teatro di Castalia”; a Siena con la Compagnia “Corps Rompu”; a Pontedera con il Centro per la Ricerca e la Sperimentazione Teatrale. Ha lavorato inoltre con la Compagnia Carla Fracci, con il Teatro Stabile di Torino e il Teatro Comunale di Firenze. Ha partecipato a numerose edizioni dei Festival di Volterra e Montalcino, e dei Festival Intercity, Lunatica, e Costante Cambiamento.
Da alcuni anni ha fortemente orientato il suo lavoro sulla narrazione e sulla recitazione poetica, ponendo molta attenzione alla musicalità del verso e della parola e alla loro relazione con la musica strumentale.
E’ stato curatore e interprete di numerosi recital, nei quali collabora con musicisti, sulla poesia contemporanea indiana, israeliana e palestinese, e più volte è stato chiamato dal poeta Mario Luzi per serate di poesia a lui dedicate.
Ha collaborato con la Compagnia Teatro Popolare d’Arte, prendendo parte, nel ruolo di Iago, allo spettacolo “Dall’Otello”, liberamente ispirato al dramma di Shakespeare.
Fra i suoi “soli”, oltre ad “Iliade”, “Odissea” ed “Eneide”, “L’ultimo viaggio” di Giovanni Pascoli, “La Goletta Flight” di Derek Walcott, “Ode marittima” di Fernando Pessoa, “La malattia della morte” di Marguerite Duras, “Lettera al padre” di Kafka.