Stagione 2020
L’INCANTO || SOSPESO ||
di Enrico Saccà
con Michele Pagliai, Irma Ridolfini, Paolo Zaccaria
con le voci di Ademaro Zichi | Edoardo Lomazzi |Michela Caria
musiche La rappresentante di lista
regia Paolo Zaccaria
In ottemperanza a quanto disposto dal DPCM del 26 aprile 2020 relative all’emergenza COVID-19 si comunica che sono sospesi anche gli eventi dal 4 al 17 maggio 2020. Ulteriori informazioni sullo sviluppo degli eventi e sulle modalità di eventuali rimborsi verranno fornite appena possibile.
Un locale in dismissione. La scena si apre con due uomini asserragliati in quel che resta del ristorante ‘da Giorgio’. Uno è svenuto e imbavagliato. L’altro sta finendo di legarlo alla sedia con una corda. Da fuori, le voci dei facchini che devono eseguire il pignoramento minacciano di chiamare la polizia. Il sequestratore è Giorgio Nummo, proprietario del ristorante. Il sequestrato Mario Satellite, l’ufficiale giudiziario. Quello che serve a Giorgio è tempo: per cercare di estinguere i suoi debiti, per evitare la vendita all’incanto1 dei suoi beni. Tempo per non far scomparire sotto i suoi occhi il suo sogno, per sentirsi ancora uomo agli occhi della sua compagna, Luce Nardi. Ecco, Luce. Giorgio l’ha inconsapevolmente chiusa nel magazzino, nella foga del momento. Ma Luce da quel magazzino dovrà
uscire, rendersi conto dell’accaduto e decidere da che parte stare. Nell’evolversi della vicenda, con la polizia che incombe e il tempo che stringe, tutti i personaggi riusciranno a trovare un senso e una consapevolezza in questa situazione grottesca e paradossale. E forse, alla fine, il ristorante ‘ da Giorgio’ diventerà davvero quel ”posto magico, dove star bene assieme” che Nummo aveva deciso di costruire. Se per stare insieme si intende anche lo scontrarsi ferocemente, il confrontarsi, il crescere come essere umano.
Note di regia
‘L’incanto’ è un testo che affronta con crudezza tematiche e situazioni fortemente contemporanee. La storia di Giorgio Nummo, titolare del ristorante in via di smantellamento in cui è ambientata la commedia, può essere quella di molti commercianti costretti a chiudere bottega nella nostra penisola.
Tre personaggi animano questo luogo destinato, da lì a poco, a diventare disabitato. Oltre a Giorgio ci sono Luce Nardi, sua compagna e collaboratrice e Mario Satellite, ufficiale giudiziario. Ma altre voci, altri personaggi intervengono nella vicenda. Facchini, agenti di Polizia, un giudice. Personaggi reali; ma
che diventano spettri, dato che ne è inibita la vista. Appaiono come puro suono; chiusi al di fuori di questo piccolo angolo di mondo che per Giorgio, Luce e Mario, in questo momento, ne rappresenta il centro. Suono di spettri che portano nella vicenda lo spettro principale: quello del fallimento.
In questa storia, tanto quotidiana quanto epica (epico è l’ultimo tentativo di Nummo di salvare il suo sogno; così come epica la soluzione finale) l’autore riesce a muoversi a tratti con leggerezza. Con ironia. Quella stessa ironia che l’essere umano riesce a scovare dentro di sé nei momenti più bui. Saccà
tratteggia personaggi potenti, in un testo dalla struttura classica e attraverso un linguaggio che è sì attuale; ma che non segue modelli di stile tanto in voga nel teatro contemporaneo. La struttura drammaturgica c’è, è forte. Il lessico, a tratti, ricercato. Il linguaggio metaforico. E’ nello studio del testo, dei rapporti fra i personaggi, dell’azione scenica che deve muoversi, secondo me, il teatro contemporaneo. In poche parole, nell’interpretazione degli attori. Cercare forme di
comunicazione attuali, senza dimenticarsi che il teatro ha delle regole su cui interrogarsi e che non si possono accantonare o non conoscere. In questo lavoro forte sul corpo attoriale si muove l’impostazione registica. La scenografia, che è insieme elemento concreto e metaforico, porta il pubblico in un luogo
che è sì un ristorante, ma anche luogo delle emozioni. In cui tutto è visibile perché non c’è più niente da nascondere, arrivati a questo punto. La musica, regalataci per l’occasione da ‘La rappresentante di lista’, entra nella storia e la arricchisce. Non è mero accompagnamento, tappeto sonoro. È messa in stretta
relazione con i personaggi e il sound editing. E anche gli aspetti formali della messa in scena, le immagini evocate dalla regia e dal light design, concorrono con tutti gli altri elementi sopraccitati a favorire ciò che, per me, rappresenta l’essenza del teatro: l’azione fisica ed emotiva che muove i corpi
sulla scena. (Paolo Zaccaria)

Teatro Mascagni (Popiglio)
Date
domenica, 10 Maggio 2020
ore 21.00