incontro UN GALILEO A MILANO
Giovedì 2 novembre 2017 alle ore 18, presso Lo Spazio di via dell’ospizio, in collaborazione con l’Associazione Teatrale Pistoiese, verrà presentato il libro di Massimo Bucciantini, Un Galileo a Milano (Einaudi, 2017, pp. 252, euro 27,00).
Insieme all’autore interverranno una grande Signora del Teatro italiano, Giulia Lazzarini (che partecipò allo spettacolo di Strehler interpretando la figlia di Galileo, Virginia), Rodolfo Sacchettini (Presidente dell’Associazione Teatrale Pistoiese) e lo scrittore e drammaturgo Giuliano Scabia. Le letture saranno a cura di Giovanni Guerrieri (della compagnia I Sacchi di Sabbia). Giulia Lazzarini sarà in scena al Teatro Manzoni dal 3 al 5 novembre, con “Emilia”, la nuova pièce scritta e diretta dall’argentino Claudio Tolcachir e prodotta dal Teatro di Roma: per la sua intepretazione, ha ricevuto il Premio “Le Maschere del Teatro 2017” come miglior attrice protagonista.
Dopo la storia del monumento a Giordano Bruno, Massimo Bucciantini racconta qui un altro pezzo di memoria italiana: la biografia di uno spettacolo teatrale. Non è infatti un personaggio in carne e ossa il protagonista di questo libro. Ma è un po’ come se lo fosse perché tutti accorrono per vederlo, tutti fanno lunghe file al botteghino per ammirarlo. È il Galileo di Bertolt Brecht, messo in scena per la prima volta in Italia nel 1963, al Piccolo Teatro di Milano, con la regia di Giorgio Strehler. Un Galileo che giunge a Milano alla fine di un lungo viaggio. Prima di arrivarci, il lettore attraverserà con Brecht mezza Europa e gli Stati Uniti, osservandolo mentre lavora alla sua opera piú sofferta e piú celebre. E poi farà il suo ingresso nella sala del Piccolo per assistere a uno spettacolo memorabile. Che destò scandalo. Al centro di questa storia ci sono un teatro e una città, nella temperie degli anni Sessanta. Una storia emozionante.
Milano, 21 aprile 1963. Una domenica sera. Sul palcoscenico del Piccolo Teatro una compagnia di oltre quarantacinque attori, un coro di bambini, e poi mimi, acrobati e un nano mettevano in scena Vita di Galileo di Bertolt Brecht con la regia di Giorgio Strehler. Era la prima volta che veniva rappresentata in Italia. Preceduto da prove interminabili che portarono alla chiusura del teatro per quaranta giorni, lo spettacolo durò oltre cinque ore e venne salutato da interminabili applausi. Ma fu molto piú di una rappresentazione teatrale. In quelle settimane accorati appelli giunsero all’arcivescovo di Milano perché intervenisse a mettere fine a quello che veniva considerato uno scandalo. Tant’è che in alcune chiese gruppi di fedeli organizzarono perfino delle veglie nel tentativo di esorcizzarlo. Tutto ciò accadeva in una delle città piú innovative d’Europa, crocevia di idee, volano della crescita economica italiana e laboratorio politico, dove a partire dal 1960 si stava sperimentando la prima giunta di centro-sinistra. Dentro a questo scenario un poeta e scrittore come Brecht e una figura- mito come Galileo, simbolo della battaglia per la libertà della scienza, svolsero un ruolo di primo piano. Un Galileo a Milano, dunque. Ovvero quello di Bertolt Brecht. Anzi, per essere piú precisi, di Strehler e Brecht. Perché accanto a Brecht è soprattutto Strehler – e con lui Paolo Grassi – il protagonista di questo libro.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
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