Umberto Orsini Massimo Popolizio
Alvia Reale Elia Schilton
IL PREZZO
di Arthur Miller
traduzione Masolino d’Amico
regia Massimo Popolizio
direzione artistica Umberto Orsini
scena Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
luci Pasquale Mari
PRIMA REGIONALE
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“Il teatro si racconta”
Sabato 17 ottobre, ore 17,30 Teatro Manzoni (ingresso libero)
incontro con la compagnia
conduce Saverio Barsanti, direttore artistico Associazione Teatrale Pistoiese
La stagione del Teatro Manzoni di Pistoia – la prima dopo il recente riconoscimento ministeriale dell’Associazione Teatrale Pistoiese a Centro di produzione teatrale – apre alla grande ospitando in prima regionale per la Toscana Il prezzo di Arthur Miller, il nuovo spettacolo firmato alla regia da Massimo Popolizio per la direzione artistica di Umberto Orsini ed interpretato da questi due fuoriclasse del teatro italiano assieme a Alvia Reale ed Elia Schilton. Lo spettacolo arriva a Pistoia fresco di debutto e andrà in scena da venerdì 16 a domenica 18 ottobre (feriali ore 21, festivo ore 16) e si avvale della scena di Maurizio Balò, dei costumi di Gianluca Sbicca e delle luci di Pasquale Mari.
Presso Einaudi è appena uscita la traduzione italiana della commedia, firmata da Masolino d’Amico (in copertina la coppia Orsini/Popolizio), inserita nell’opera omnia dei lavori di Miller, in occasione del decennale della scomparsa dello scrittore americano.
La pièce di Miller debuttò nel 1968 al Morosco Theatre di Broadway con grande successo con più di 400 repliche consecutive. In Italia fu ripresa nel 1969 con Raf Vallone e Mario Scaccia.
Con l’apertura della stagione riprendono anche gli incontri del sabato con i protagonisti del cartellone, “Il teatro si racconta”, sempre molto seguiti dal pubblico. Sabato 17 ottobre alle ore 17.30 al Teatro Manzoni la compagnia incontrerà il pubblico (ingresso libero)
“Il testo di Arthur Miller – spiega lo stesso Orsini – fotografa con spietata lucidità e amara compassione le conseguenze della devastante crisi economica avvenuta negli Stati Uniti nel ‘29. Figli di un padre che ha subito drammaticamente questa crisi, due fratelli si incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per sgomberare un appartamento in cui sono accumulati i mobili e gli oggetti raccolti dal padre nel corso della sua vita e che sta per essere demolito. Un vecchio broker è chiamato per stabilirne il prezzo. Dietro questo semplice spunto emergono tutte le incomprensioni e le menzogne che la paura della perdita improvvisa del benessere possono esercitare su chi si dibatte nella crisi. Miller tratta questo tema con la sua consueta maestria facendoci scoprire un capolavoro che pur venendo da lontano ci porta ai nostri giorni così pieni di incertezze. (…)”
“Ho accolto con grande entusiasmo la responsabilità di dirigere questa commedia di Arthur Miller che è stata scritta nel 1968 e che in Italia è praticamente inedita tanto da non essere ancora inclusa nell’opera omnia dei lavori di Miller a cura dell’Editore Einaudi. Lo sarà dall’autunno nella traduzione di Masolino d’Amico in un’edizione speciale della casa editrice, che colmerà questo vuoto proprio in coincidenza con la nostra prima rappresentazione. È un’opera a mio avviso molto importante e che proprio in questi giorni viene riproposta negli Stati Uniti e in Inghilterra in occasione del decimo anniversario della morte dell’autore. Ma è importante perché riprende argomenti cari a Miller e ad altri autori americani della seconda metà del Novecento che hanno focalizzato il loro interesse più appassionato sul tema della famiglia e del disagio economico legato a mutamenti storico-economici.
In questa commedia tutto ha un prezzo: le scelte, i ricordi, gli errori, e vittorie e le sconfitte.
Ma quello che mi ha colpito di più in questo lavoro, così ben strutturato nella sua alternanza di momenti divertenti e di momenti drammatici, è stata la consistenza e lo spessore dei quattro personaggi che animano la storia. Un poliziotto di New York che deve vendere tutti i mobili accumulati da un padre che per anni si era isolato in un appartamento in cui questi oggetti erano accatastati e che a sedici anni dalla sua morte devono essere venduti perché l’edificio sta per essere abbattuto, una moglie con dei problemi di alcool e di depressione, un fratello che da anni ha fatto un suo percorso di successo perché ha saputo allontanarsi dalle conseguenze della crisi e col quale il poliziotto non ha contatti da più di dieci anni e che ricompare sulla scena proprio in occasione di questa vendita. E un quarto personaggio, un venditore di mobili usati, che dovrà stabilirne il prezzo.
Tutti riuniti per l’occasione in uno spazio che diventerà il contenitore dei loro ricordi, dei dissensi, degli scontri e delle diverse concezioni di vita. Un dialogo a volte divertente come una commedia di Woody Allen e a volte tragico come un dramma di O’ Neill. Un testo per attori.
Un’occasione di stare in scena con i colleghi che amo e coi quali ho condiviso molti momenti della mia vita artistica. Sarà un’esperienza felice dirigerli, perché essi parlano un linguaggio che ben conosco: quello del teatro di interpretazione.”
Massimo Popolizio