||| spettacolo sospeso |||
IL GATTO CON GLI STIVALI || SOSPESO ||
di Enrico Spinelli
regia Pietro Venè
scenografie Enrico Guerrini
costumi Pupi di Stac, Beatrice Carlucci
musiche Enrico Spinelli
fascia d’età consigliata: dai 3 ai 10 anni
In ottemperanza a quanto disposto dal DPCM del 4 marzo 2020 si comunica che ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dell’art. 1 lettera b), dell’art. 4 comma 1 e dell’allegato 1 lettera d) del medesimo decreto, l’Associazione Teatrale Pistoiese si vede costretta a sospendere ogni attività di spettacolo, di ospitalità e/o concessoria programmata nei teatri a vario titolo affidati alla sua gestione o programmazione artistica, a partire dal 5 marzo 2020 e sino al 3 aprile 2020.
Ulteriori informazioni sullo sviluppo degli eventi e sulle modalità di eventuali rimborsi verranno fornite appena possibile.
La celeberrima fiaba, conosciuta a partire dal 1600 (Basile, Perrault) è nota ai più nella traduzione di Carlo Collodi del 1875. In questa allegra versione burattinesca si prendono un po’ le distanze dall’impostazione moralistica e con vena più scanzonata ed ironica si punta l’attenzione sul personaggio del Gatto, nella cui scaltrezza il pubblico dei bambini volentieri s’immedesima, quasi ad esorcizzare le difficoltà e le inadeguatezze dei piccoli di fronte al complesso mondo degli adulti. L’allestimento si avvale di scenografie intercambiabili su tavolo. L’animazione, nascosta, ed a vista, favorisce il rapporto con il pubblico che è chiamato a più riprese dal Gatto a partecipare all’azione. La storia del Gatto con gli Stivali, nelle innumerevoli edizioni letterarie e cinematografiche, è pur sempre la storia di una carriera sociale ottenuta con l’inganno. Altamente immorale, dunque, ancorché divertente ed emozionante. Per questo motivo ci sono varie versioni che finiscono con la punizione del Marchese di Carabas e con il crollo di ogni illusione di ricchezza e benessere. Già la premessa della vicenda, un’eredità mal ripartita, è la quintessenza dell’ingiustizia. E allora? Che esempio diamo ai piccoli spettatori? A noi è
piaciuto comunque tantissimo interpretare la fiaba e abbiamo cercato di rimediare a queste pecche fondamentali con una lettura scanzonata e sopra le righe, ma soprattutto inserendo la sincera confessione finale dell’inganno da parte dello sprovveduto protagonista. È vero che l’Orco viene di fatto ucciso e derubato di tutti i suoi averi, ma si sa: nelle fiabe gli orchi e le streghe sono cattivi per definizione, pregiudizialmente, per cui devono soccombere e basta. In fin dei conti forse l’insegnamento più giusto è proprio quello di mostrare come nel mondo sia inevitabile un po’ di ingiustizia e che chi vuole farsi strada deve aiutarsi con l’ingegno e con una piccola dose di furbizia.
PUPI DI STAC
La Compagnia fu creata da Carlo Staccioli (1915-1971), a Firenze nel 1946. Affiancato dapprima da molti validi collaboratori, fra cui lo stesso Paolo Poli, “Stac” realizzò con Laura Poli, in compagnia dal 1958, un sodalizio artistico che affinò una linea teatrale inconfondibile. Alla morte del fondatore, Laura Poli coadiuvata dal figlio Enrico proseguì l’attività basando il proprio teatro sulla ricerca, raccolta ed elaborazione di antiche fiabe popolari toscane, molte delle quali tuttora in repertorio. Tutti gli spettacoli, della durata di circa 60 minuti in due atti, sono recitati e cantati dal vivo, con musiche di scena registrate. I pupi, di legno intagliato, sono alti circa 60 centimetri ed hanno, unici nella tradizione italiana, figura intera. Sono, insomma, “marionette senza fili” animate dal basso o, se si preferisce, “burattini con le gambe” come il loro fratello più famoso: Pinocchio. Le baracche, veri teatrini in miniatura con sipari, quinte e fondali, hanno due piani scenici: il palcoscenico dove i burattini possono camminare ed un livello superiore dove appaiono nel modo più tradizionale. Il dialogo con il pubblico ed il ritmo teatrale assai serrato sono alla base della vivacità e dell’imprevedibilità della narrazione: tutti, dai bimbi più piccoli agli adulti, assistono incantati e partecipi dall’inizio della vicenda fino all’immancabile lieto fine.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini
Spettacolo fuori abbonamento
Date
domenica, 22 Marzo 2020
ore 16