Manzoni 19_20
IL COSTRUTTORE SOLNESS
da Henrik Ibsen
uno spettacolo di Alessandro Serra
con Umberto Orsini
e Lucia Lavia, Renata Palminiello, Pietro Micci, Chiara Degani, Salvo Drago
e con Flavio Bonacci
Compagnia Orsini / Teatro Stabile dell’Umbria
ESCLUSIVA AREA METROPOLITANA
durata: 1 ora e 45 minuti (senza intervallo)
Umberto Orsini, ospite a Pistoia più di chiunque altro e sicuramente un amico del Teatro Manzoni, è soprattutto uno dei massimi interpreti del nostro Teatro. Al lavoro con i grandi registi (da Visconti a Zeffirelli, da De Lullo a Patroni Griffi, oltre ai lunghi sodalizi con Ronconi e Lavia), ha alternato un confronto vivace con le nuove voci della scena: da De Capitani a Delbono, da Longhi a Roberto Valerio e da Massimo Popolizio fino ad Alessandro Serra, il regista pluripremiato delle ultime stagioni, che firma lo spettacolo Il costruttore Solness dal capolavoro di Henrik Ibsen, di cui Orsini è protagonista nel ruolo del titolo. Il lavoro, prodotto da Compagnia Orsini e Teatro Stabile dell’Umbria, arriva sul palco del Manzoni dal 7 al 9 febbraio (feriali ore 21, festivo ore 16), tappa di una lunga tournée di grande successo: con Orsini, in scena un cast di livello composto da Lucia Lavia (Hilde), Renata Palminiello (Aline), Pietro Micci (Dottor Herdal), Chiara Degani (Kaja), Salvo Drago (Ragnar) e Flavio Bonacci (nel ruolo di Knut Brovik),
“È da moltissimo tempo che nutro per ‘Solness’ un interesse vivissimo. Paradossalmente le ragioni di questa passione stanno nella consapevolezza delle difficoltà che questo capolavoro di Ibsen può creare a chi osasse metterlo in scena. È la storia di tanti assassinii. Giovani che uccidono i vecchi spingendoli ad essere giovani e vecchi che uccidono se stessi nel tentativo di raggiungere l’impossibile ardore giovanile. Una storia segnata da uno spregiudicato esercizio del potere. Cercavo un regista di grandi capacità visionarie per metterlo in scena e sono convinto di averlo trovato in Serra che mi ha messo al centro di uno spettacolo in cui la coralità dei personaggi, che circondano Solness come in una morsa che non dà scampo, gioca un ruolo fondamentale. Sono orgoglioso di presentare una compagnia di giovani talenti che si confrontano con attori di più navigata esperienza con un senso della disciplina e della dedizione che mi fa ricordare le grandi compagnie di quel passato nel quale io ho ancorato le mie radici più profonde. Grazie a Flavio, a Lucia, a Renata, a Pietro, a Chiara e a Salvo che hanno reso possibile il miracolo di farmi ancora una volta sognare”.
(Umberto Orsini)
“Solness è un grande costruttore che edifica la propria fortuna sulle ceneri della casa di famiglia della moglie derubandola di ogni possibile felicità futura. Solness è terrorizzato dai giovani che picchiano alla porta e chiedono ai vecchi di farsi da parte. Ma la giovane Hilde non si preoccupa di bussare, decide di fare irruzione con una energia sottile e implacabile. È tornata per rivendicare il suo regno di Principessa. Quel castello in aria che il grande costruttore le promise dieci anni prima. Solness si nutre della vita delle donne che lo circondano ma quest’ultima gli sarà fatale e lo accompagnerà, amandolo, fino al bordo del precipizio.
Se Solness è un costruttore, Ibsen è un perfetto architetto in grado di edificare una casa dall’aspetto perfettamente borghese e ordinario, nelle cui intercapedini si celano principesse dimenticate, demoni e assistenti magici al servizio del padrone.
Il giorno del giudizio sotteso in tutta l’opera di Ibsen trova esplicita dichiarazione finale nel momento in cui, al culmine di tre atti in costante tensione, si arriverà alla sentenza finale. Una condanna inesorabile che sarà lo stesso Solness ad emettere contro sé stesso, senza pietà. Solness soffre di vertigini, è già salito su una torre superando in un delirio di onnipotenza la paura del vuoto fino ad arrivare a dare del tu a Dio, minacciandolo di non costruire mai più chiese per lui. Ma dopo dieci anni il senso di colpa nei confronti della moglie e la paura di dover cedere il posto ai giovani lo indeboliranno e quando Hilde lo condurrà nuovamente in cima a una sua opera, si accorgerà che ciò che ha realizzato come uomo e come artista è troppo fragile per sostenere il peso della perduta felicità.”
(Alessandro Serra)
Video

Teatro Manzoni Pistoia
Spettacolo in abbonamento
Date
venerdì, 7 Febbraio 2020
ore 21.00sabato, 8 Febbraio 2020
ore 21.00domenica, 9 Febbraio 2020
ore 16.00
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Prezzi
IL TEATRO SI RACCONTA
Incontro con Umberto Orsini
Sabato 8 febbraio ore 17,30 – Teatro Manzoni (C.so Gramsci, 127)
conduce Andrea Nanni, critico di teatro
Ingresso libero fino ad esaurimento posti