GAD "Città di Pistoia"

FRANCESCO ANDREINI, pistoriense e la compagnia de “I COMICI GELOSI”

ovver… commedia in discorsi e fatti… a dir poco noti… versi ed accomodate sguerguenze … che ci portonno via… orsù tempo e intelletto….


 

SPETTACOLO PRODOTTO IN OCCASIONE DELLA NOMINA DI PISTOIA A CAPITALE DELLA CULTURA 2017


 

due atti di Enrico Melosi

con Elvio Norcia, Irene Pieraccini, Marisa Schiano, Antonella Ferro, Raffaella Maino, Gennaro Criscuolo, Lucia Del Gatto, Marina Criscuolo, Edoardo Desideri, Andrea Gonfiantini, Cinzia Cedrola, Nicola Buti

con la partecipazione del gruppo di ballo rinascimentale “L’Aura” di Castellina

con Annalisa Ceccarelli, Roberto Fontani, Sara Cappellini

regia ENRICO MELOSI

scene e costumi FABIO GONFIANTINI

tecnici e collaboratori

musiche originali (da Torquato Tasso) Edoardo Desideri

sarta Gioia Ciardi

tecnico delle luci Pino Capozza

 

 

 

una produzione G.A.D "Città di Pistoia" diretto da Franco Checchi

Nota di Franco Checchi

Quando l’Ufficio Cultura del Comune di Pistoia, a seguito della nomina della città a Capitale Italiana della Cultura 2017, indisse un premio rivolto alle varie associazioni per un progetto che onorasse quell’evento, pensai immediatamente all’allestimento di uno spettacolo su un pistoiese illustre, Francesco Andreini, che lasciò con i suoi scritti e le testimonianze dell’epoca un ricordo imperituro della sua attività artistica e imprenditoriale a cui continuano a rivolgere la loro attenzione studiosi e ricercatori della Commedia dell’Arte.

I componenti della compagnia G.A.D. “Città di Pistoia” furono entusiasti della proposta di questo allestimento, che per noi era da considerarsi molto gravoso avendo da poco prodotto “La Commedia di Candido” di Stefano Massini; ma forse proprio il successo ottenuto da questo spettacolo, che ancora è in repertorio e viaggia in tournée in varie città italiane, ci convinse a tentare e decidemmo di partecipare al progetto. D’altra parte la nostra compagnia può contare oggi su ottimi elementi come il regista Enrico Melosi, che ha anche scritto il testo e lo scenografo e costumista Fabio Gonfiantini, assistito dalla sarta Gioia Cuardi, e attori e attrici appassionati, esperti e disposti a provare, cosa mai vista, anche il sabato o la domenica se serve. Il progetto fu apprezzato e scelto per fare parte del programma di manifestazioni di Pistoia Capitale, e allora… avanti.

L’Andreini fondò una compagnia che chiamò “I Comici Gelosi”, in cui per la prima volta nel Teatro Italiano recitavano anche le donne, inventò il personaggio di Capitano Spavento da Valle Inferna, che divenne presto una vera e propria maschera della Commedia dell’Arte, con la quale rallegrava spettatori, e più tardi lettori, con azioni fantasiose, narrazioni disavventure o bravure iperboliche e stravaganti.

E gli fu degna compagna di vita e d’arte la moglie, Isabella Andreini nata Canali, da Padova, primattrice, affascinante pure nella danza e nel canto, ammirata da grandi sovrani e principi, esaltata dal Chiabrera, dal Marino e dal Tasso, che più volte le affidò la pastorale amorosa Aminta, che Isabella recitò con enorme successo nei ruoli maschili e femminili. Uno scrittore contemporaneo elogiò questa privilegiata donna chiamandola: “decoro delle scene, ornamento dei teatri, spettacolo superbo non meno di virtù che di bellezza, ha illustrato la professione dei comici in modo che, finché il mondo durerà, mentre staranno i secoli, mentre avranno vita gli ordini e i tempi, ogni voce, ogni lingua, ogni grido risuonerà al celebre grido di Isabella”. Certamente un po’ retorico, ma i tempi così volevano.

La formazione artistica e letteraria di Francesco Andreini fu portentosa e avventurosa come la sua vita. Nato a Pistoia dalla nobile e agiatissima famiglia Cerracchi Dal Gallo, preferì assumere in arte il più semplice nome di Andreini, senza motivo dicono gli storici, ma io oso dire che questo testimonia ancor di più la sua pistoiesità e infatti Andreini è un nome molto pistoiese.

Mutò anche lo stemma familiare, assumendo quello che conosciamo con tre stelle, tre spade piantate su sei monti al di sopra della scacchiera civica, bianca e rossa. Avido di avventure, si arruolò a 23 anni nella flotta medicea dei Cavalieri di Santo Stefano che nelle galee pisane spazzavano il Mediterraneo infestato da pirati algerini e turchi. Purtroppo per lui (ma per fortuna del Teatro, dico io) in un’aspra battaglia navale con i Saraceni, il valoroso marinaio fu catturato e messo in una prigione, da cui riuscì a evadere dopo otto anni.

Ritornato in patria emerse improvvisamente sulle tavole dei teatri ambulanti, applaudito autore e interprete di diverse opere sceniche, curatore e animatore di tipi originali e divertentissimi, come il Dottor Siciliano, anticipatore di Dulcamara e come il picaro negromante Falsirone, che alternava il nativo linguaggio con il francese, lo spagnolo, il portoghese, lo slavo, il greco o il turco, tutte lingue imparate durante gli otto penosissimi anni di prigionia.

Pupillo e favorito della corte dei Gonzaga di Mantova, rifondò su solide basi la Compagnia dei Comici Gelosi, chiamò a sé la moglie Isabella e raggiunse l’apice del successo recitando le mirabolanti avventure del Capitan Spavento da Valle Inferna, temuto perfino dalla morte.

Ma, nel 1604, sulla strada di Lione, venne a mancare, durante un ennesimo parto, l’adorata moglie Isabella, senza la quale Francesco non seppe e non volle continuare la sua vita scenica e si dedicò, nei suoi ultimi anni, alla scelta e alla pubblicazione dei suoi numerosi scritti.

Morì a Mantova, nel 1924.

 

Note di Enrico Melosi

Dopo aver portato in scena il pluripremiato spettacolo “La commedia di Candido” di Stefano Massini, mi accingo questa volta ad essere investito del compito di “scrittore di compagnia”. Lo scrittore di compagnia scrive il testo e lo misura, personaggio dopo personaggo e battuta dopo battuta, sui suoi attori, la fauna vitale e variegata che ha a disposizione. Piacevolissima e appagante esperienza, dove si alternano le risate ad ansia da copione… il tutto però con grande entusiasmo e voglia di rischiare. Ho perciò attinto con gioia alla grande varietà di colori attoriali che il G.A.D. mi ha messo a disposizione, scrivendo e quindi costruendo uno spettacolo su “Francesco Andreini”, attore pistoiese vissuto tra il ‘500 e il ‘600, creatore e fondatore de “La Compagnia dei Comici Gelosi”, con la quale ha girato le più grandi e lontane piazze di tutta l’Europa. Ho preso in esame la quotidiana vita dei comici erranti, li ho visti agire e muoversi in spazi ormai lontani, ho immaginato le loro piccole, grandi esistenze, coronate di sogni, bugie, frustrazioni, passioni amorose, li ho visti ridere, giocare, piangere, deludersi, li ho sentiti gridare nomi di personaggi, nel vento dei ricordi e in lontane canzoni… Pulcinella… Arlecchino… Capitan Spavento… Brighella… hanno tutti una storia i miei personaggi e la raccontano e la vivono con tutto il cuore e l’anima che soltanto un attore può dare… contento di offrire il meglio di sé…

 

 


Teatro Manzoni Pistoia

Spettacolo fuori abbonamento

Date

  • sabato, 10 Marzo 2018
    ore 21:00

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