LA SCUOLA IN SCENA 2019
ESSERE O NON ESSERE FOOLS?
liberamente tratto da Fools di Neil Simon
testo a cura di Sara Lenzi e Ida Leporatti
regia Prof.ssa Sara Lenzi
aiuto regia Prof.ssa Ida Leporatti
interpreti Arianna Banchelli, Alice Bartolini, Lorenzo Bechi, Matilde Biscardi, Giovanni Tancredi Brilli, Elena Sofia D’Andria, Giulia Filoni, Matteo Matteini, Adrian Nesti, Lorenzo Pagnini, Lucrezia Torrigiani, Giulia Tripaldi, Tommaso Venturini
Liceo Scientifico Paritario “Suore Mantellate” Pistoia
Gruppo teatrale Le Martellate
Il Gruppo teatrale Le Martellate rende omaggio al grande Neil Simon, a pochi mesi dalla scomparsa, portando in scena Fools, una commedia poco nota ma molto attuale.
È la storia di un fantastico villaggio in cui gli abitanti, vittime di un’atroce maledizione, credono di essere fools, ovvero stupidi, e come tali si comportano, finché un giovane insegnante idealista si proporrà di rimuovere la nebbia che offusca il loro intelletto.
Ironia, leggerezza e genialità dei “diversamente intelligenti” costituiscono il tessuto narrativo di una vicenda ricca di sentimenti, equivoci e dialoghi esilaranti. Un invito a riflettere sul sottile confine tra stupidità ed intelligenza e ad uscire dagli schemi che ci rendono ancora oggi schiavi del pregiudizio e della paura. La mancanza di intelligenza è una rinuncia al proprio essere, ma talvolta non c’è niente di più logico di una mente illogica. E allora la domanda che poniamo è “Essere o non essere fools?”. A voi spettatori l’ardua sentenza e…buon divertimento.
Sara Lenzi e Ida Leporatti
LA PAROLA AGLI STUDENTI | impressioni pensieri emozioni
Giulia Tripaldi | Questa esperienza può essere definita come un’esplosione di emozioni, sensazioni e bellezza. Un insieme di piccole e grandi cose che, se viste con gli occhi dell’adolescente, possono essere una spinta nel mondo e un aiuto per nascondere le proprie paure e i propri timori. Stare sul palcoscenico ti fa sentire sicuro, protetto e forte perché in quel momento ci siete solo tu e il palco, tu e la battuta che stai per dire. È un’esperienza unica e sicuramente un antidoto contro la vergogna.
Lorenzo Pagnini | Quest’anno di teatro è iniziato con il saluto da parte di alcuni ragazzi e ragazze, colonne portanti del corso, che avevano terminato gli studi, e l’arrivo di nuove leve che hanno portato una bella boccata di aria fresca e una bella carica. Con la ritrovata voglia di fare abbiamo deciso di cimentarci in questa splendida opera di Neil Simon. Una bella commedia, allegra, frizzante e piena di ironia che rispecchia a pieno la nostra compagnia. Ovviamente come ogni anno non sono mancati gli scontri, i litigi e le incomprensioni ma come sempre da buona compagnia e da buona famiglia quale siamo abbiamo sempre superato tutto insieme con il sorriso sulle labbra. Ed è questo che deve fare il teatro, far provare emozioni vere anche tramite la finzione ma mai con la falsità. Quindi non mi resta che dire una cosa…merda, merda, merda!
Elena Sofia D’Andria | Il teatro mi ha fatto crescere e mi ha permesso di conoscere meglio me stessa e le mie potenzialità. Non ho più paura di mostrare la mia personalità, perché so che ad alcuni potrà piacere e ad altri no, ma la vita va avanti lo stesso, così nel mondo come sul palcoscenico. Il laboratorio teatrale in particolare mi ha permesso di conoscere meglio i miei compagni di scuola e scoprire la bellezza di divertirsi, facendo anche qualcosa di costruttivo per noi stessi.
Matilde Biscardi | Ho partecipato per la prima volta al laboratorio di teatro, all’interno del quale ho trovato armonia, gioia e comprensione. Grazie alla professoressa Lenzi questo è un gruppo solido in cui domina il bene reciproco. Così, nonostante la fatica, la stanchezza e le urla riusciamo comunque sempre a ritrovarci. Questa esperienza mi ha aiutata molto nell’ardua impresa di conoscere me stessa a 360°
Giovanni Brilli | Tutti dovrebbero fare teatro. Molti lo fanno pensando di allontanarsi dalla realtà, mettendosi nei panni di qualcun altro. Ma teatro non è solo questo, fare teatro significa plasmare la propria persona, mostrando di essa le mille sfaccettature. Interpretiamo tutti i giorni una carnevalesca commedia di idee e personaggi, in cui ognuno ha il suo copione. L’artista teatrale non è altro che una personalità viva che unisce la realtà all’arte interpretativa in un unico grande spettacolo di esasperazione, risate, pianti, amore e odio. Siamo tutti artisti, siamo tutti attori, nulla è falso e niente è vero, perché tutto è teatralità di vivere.
Arianna Banchelli | Partecipare al laboratorio teatrale è stata un’esperienza ricca di significato. Recitare e entrare nei personaggi, cogliendone le sfaccettature, è un’impresa difficile, ma quando riesce è di aiuto non solo per conoscere i suoi sentimenti e pensieri, ma anche e soprattutto per conoscere se stessi. Grazie a questo si vince la timidezza ed emerge il proprio modo di capire la realtà, nonché il modo di porsi di fronte agli altri che sono diversi da noi. Io, in particolare, sono stato aiutato da questa esperienza, che non solo mi ha fatto conoscere meglio ma stessa, ma che mi ha permesso di avvicinarmi a tanti ragazzi che prima non conoscevo, con cui ho stretto un legame basato sulla lealtà ed il rispetto reciproco. Un mio amico, Paolo Florenzi, mi ha raccontato la sua esperienza nel mondo del teatro attraverso questa poesia, che mi ha spinta a partecipare al corso teatrale della scuola e che vorrei condividere:
Nel tempo ritrovato della sera / si aggiungono ai ricordi del passato / i volti e nomi degli amici nuovi / incontrati con il dono del teatro. / E voglio dirvi ciò che ho ricevuto. / Stando con voi credo di aver capito; / la vita ci ruba, me ne sono accorto / l’identità nascosta, quella vera, / e la regala a questo mondo storto. / Certo il teatro non è la verità / niente e nessuno ci può dar certezza, / almeno in questa vita sono certo, / ma può alleviare almeno l’amarezza. / Ed il teatro fa un regalo al mondo: / siamo sicuri, nella nostra mente, / di sapere chi siamo in quel momento; / ci fa sentire vivi finalmente.
Tommaso Venturini | Fare teatro significa mettersi in gioco, scoprire i propri limiti ed imparare a superarli, con l’aiuto delle professoresse che ci guidano in questo o di conoscenza del sé. Fare teatro significa prepararsi per un anno intero alla realizzazione di uno spettacolo, significa stare insieme ad un gruppo che diventa a poco a poco parte integrante della tua vita e così, anche se durante la prove alcune volte ci siamo imbattuti in delle difficoltà, alla fine abbiamo imparato ad affrontarle e così siamo cresciuti.