Compagnia Virgilio Sieni
DOLCE VITA_Archeologia della Passione
Ideazione, coreografia, scene Virgilio Sieni
Interpretazione e collaborazione
Jari Boldrini
Ramona Caia
Claudia Caldarano
Maurizio Giunti
Giulia Mureddu
Giulio Petrucci
Sara Sguotti
Marjolein Vogels
Musica originale Daniele Roccato
eseguita dal vivo dall’autore
Luci Fabio Sajiz, Virgilio Sieni
Costumi Giulia Bonaldi
Maschera Giovanna Amoroso & Istvan Zimmermann – Plastikart Studio
Allestimento Viviana Rella
Produzione 2014 Compagnia Virgilio Sieni
Collaborazione alla produzione
Romaeuropa Festival, Emilia Romagna Teatro Fondazione
Associazione Teatrale Pistoiese
La Compagnia è sostenuta da Ministero dei beni e delle attività culturali
Regione Toscana, Comune di Firenze
Durata 1h10
Associazione Teatrale Pistoiese
con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali,
Regione Toscana, Comune di Firenze
Lo spettacolo si forma cercando di far coincidere due strade parallele, proponendo due narrazioni adiacenti che si sviluppano nel riversarsi l’una nell’altra; sono cinque quadri coreografici ciascuno dei quali si inoltra nel racconto evangelico della passione di Gesù e allo stesso tempo ricerca il senso della comunità attraverso un arcipelago di avvicinamenti, tangenze, riconoscimenti, solidarietà, complicità, sguardi. Nasce così la necessità di dar luogo a un viaggio che riflette sul dolore e la bellezza, la pietà e la leggerezza.
La comunità di danzatori si muove come un unico corpo, attraversano il vacuum dello spazio lasciando tracce di umanità, depositando un gioco continuo che pone il corpo e la danza al pari di un annuncio, un richiamo che affonda le sue radici nel desiderio di memoria: così la coreografia nasce e trapassa all’istante, tracciando una mappa archeologica del corpo che tenta di indicarci un sentiero possibile di adiacenza della danza alla vita, della vita al corpo, delle azioni alla bellezza e alla tragedia.
I cinque quadri che compongono lo spettacolo, Annuncio, Crocifissione, Deposizione, Sepoltura, Resurrezione, attraversano i volti sbiancati dei danzatori, le bocche sfumate dal rosso delle labbra, lo sguardo sgomento. Così le cinque parti coreografiche si presentano come altrettanti appunti, sopralluoghi nel territorio della storia e nello spazio dell’oggi: annunciano il desiderio di appartenere a un corpo risorgendo al gesto ed evaporando in un continuo inarrestabile di figure.
Il lavoro guarda alla radura come al luogo nostalgico di un’archeologia misteriosa.
(Virgilio Sieni)