(in ordine anagrafico) Gianrico Tedeschi Ugo Pagliai
Franco Branciaroli Massimo Popolizio
DIPARTITA FINALE
testo e regia Franco Branciaroli
scene Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
costumi
Durata: 1 ora e 20 minuti (senza intervallo)
in collaborazione con La Versiliana Festival
Riparte dal Manzoni, dopo il felice debutto estivo alla Versiliana, la tournée di questo spettacolo che vede schierati, in ordine anagrafico, quattro autentici ‘mattatori’ del nostro Teatro: accanto all’autore/regista Franco Branciaroli, il ‘nostro’ Ugo Pagliai, il ‘prezioso’ Massimo Popolizio (che torna nel nostro teatro a tre anni di distanza dal successo di Borkman), ma soprattutto il grande Gianrico Tedeschi: con questo spettacolo, all’età di quasi 95 anni, riconferma il suo incredibile ‘stato di grazia’, che lo ha visto vincere nel 2011 il Premio Ubu “Miglior attore protagonista” per La compagnia degli uomini di E. Bond (diretto da Ronconi) e, da due stagioni, in tournée con Farà giorno.
È la storia di tre clochard, Pol, Pot e il Supino, comicamente alle prese con le questioni ultime, cui li costringe Toto, travestimento della morte.
E il fine metafisico, quello di un mondo affossato nell’assenza di valori e che affida la propria longevità alla scienza, in assenza di una fede nell’immortalità, è perseguito con strumenti irresistibilmente divertenti. “È una parodia, un western, un gioco da ubriachi sulla condizione umana dei nostri tempi, con tre barboni che giacciono in una baracca sulle rive di un fiume, forse del Tevere, e con la morte, nei panni di Totò menagramo, che li va a trovare impugnando la falce…”.
“Ci si difende dall’angoscia da sempre. L’angoscia è la mancata perfezione della vita. Affidarsi a Dio, venirne uccisi per salvarsi, addirittura ucciderlo per questo: finora. (…) La scienza, la potenza umana, sostituisce Dio. Si assomigliano molto, Dio e scienza, più di quanto solitamente si creda. La scienza adesso non limita nessuna azione; non vi è morale o etica perché non c’è più nessun valore assoluto, nessun Dio. Non ci sarà nessuna ‘natura’ da rispettare. Si andrà oltre la ‘natura’. Ci si difende dall’angoscia cercando la forza più potente: il sapere umano, la ‘tecnica’ che ne è conseguenza. Si potrà diventare anche immortali. … Immortale non è eterno; qualcuno tenterà di lasciare aperta la porta al divino, al passato di una cultura immensa da cui non si può prendere un definitivo congedo.” (Franco Branciaroli)
IL TEATRO SI RACCONTA
Incontro con Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai, Franco Branciaroli, Massimo Popolizio
Sabato 28 Marzo ore 17,30
Saloncino Manzoni (Corso Gramsci, 127)
conduce Matteo Brighenti, giornalista e critico teatrale
ingresso libero