La via del Funaro

ROMEO E GIULIETTA OPERA IBRIDA

drammaturgia Maurizio Patella
con Luigi Aquilino, Mariano Arenella, Erica Camiolo, Elena Ferrari, Claudio Pellerito, Alberto Pirazzini, Matteo Sangalli
e con in video/audio Maurizio Patella, Silvia Soncini
network design e progettazione regia streamiing Leonardo Moiso
sviluppo applicativo, aiuto regia
Matilde Ugolini
phygital experience design Associazione Gomboc
ispirato a William Shakespeare
soggetto supporto alla drammaturgia e regia
Mariano Arenella

 

PRIMA REGIONALE 


> fascia d’età: VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI (è necessario portare il proprio smartphone con auricolari)

 

Produzione Cabiria Teatro
Progetto sostenuto da Fondazione Cariplo, Vincitore del Bando emblematico provinciale
con il sostegno di Nu arts and Community

In Romeo e Giulietta di Shakespeare due bande rivali di adolescenti lottano e si uccidono con delle armi vere e alla fine i protagonisti si suicidano. Nella nostra versione i personaggi non usano spade o pistole, ma semplicemente hanno in mano un telefonino che usano impropriamente come un’arma.

Ci siamo dunque chiesti: oggi, in che mondo vivrebbero Romeo e Giulietta? Dove viviamo noi?
La riscrittura è partita da qui, calando la vicenda shakespeariana ai giorni nostri. Provando ad immergere i protagonisti nella cronaca nera dei giornali, nelle chat, nei selfie, in quel mondo di adolescenti fatto di zainetti, challenge e cyberbullismo. Abbiamo mischiato i linguaggi.
Quello teatrale e quello degli smartphone, dove reale e virtuale sono sullo stesso piano. Dove ci si parla di persona quanto da uno schermo. Dove un emoticon fa la differenza e gli abbracci, quando ci sono, stupiscono perché “veri”. Perché questo è il mondo che abbiamo creato per gli adolescenti. Non il miglior mondo possibile, ma un meccanismo inesorabile in cui gli eventi,
anche la condivisione di un video, possono finire per stritolarti.
Ci siamo dunque chiesti: oggi, in che mondo vivrebbero Romeo e Giulietta? Dove viviamo noi?
La riscrittura è partita da qui, calando la vicenda shakespeariana ai giorni nostri. Provando ad immergere i protagonisti nella cronaca nera dei giornali, nelle chat, nei selfie, in quel mondo di adolescenti fatto di zainetti, challenge e cyberbullismo. Abbiamo mischiato i linguaggi.
Quello teatrale e quello degli smartphone, dove reale e virtuale sono sullo stesso piano. Dove ci si parla di persona quanto da uno schermo. Dove un emoticon fa la differenza e gli abbracci, quando ci sono, stupiscono perché veri.

Giulietta conosce Romeo ad una festa organizzata da suo padre, l’Ingegner Capuleti, in occasione del lancio della piattaforma virtuale “Heaven”. I due giovani si conoscono e si riconoscononelle loro paure e nelle loro fobie. Romeo quelle legate al sesso. Giulia quelle legate al cibo e allautolesionismo. L’amore nasce così.

E poi con una condivisione: Giulietta invia a Romeo un video dove mostra i tagli che si infligge. Un video innocente: lei, quasi nuda, imbarazzata e purissima, sorride in camera, felice di aver trovato qualcuno a cui mostrare la parte più intima di sé.
Romeo torna dai suoi amici Mercuzio e Benvolio sempre più immersi nella spirale autodistruttiva delle challenge estreme e mostra loro il video di Giulia. I due gli strappano il telefono e lo condividono sui social.

Perché l’hai fatto, Mercuzio?urla Romeo.
Non lo so, per provare.
Poche ore e il video diventa virale, si scatena l’odio degli haters, centinaia di migliaia di visualizzazioni. Giulietta disperata si trincera in camera sua. Suo padre, Capuleti, convinto che quella condivisione sia un tentativo del padre di Romeo il Montecchi – di rovinargli definitivamente la reputazione, convince istituzioni e forze dell’ordine – persino Lorenzo, lo psicologo dei servizi sociali che ha in cura Romeo – che questi sia un deviato, un soggetto pericoloso che ha plagiato sua figlia e che merita un castigo esemplare.
Ormai il meccanismo è scattato e non lascerà scampo a nessuno: Mercuzio, travolto dai sensi di colpa, si uccide in una challenge; Benvolio, dal ciglio di un tetto, non sa se gettarsi o no; Giulietta deve essere spedita allestero, mentre Romeo, accusato anche d’aver istigato Mercuzio al suicidio, deve essere processato e di certo condannato. E intanto in città si scopre che un’intera generazione di adolescenti è da tempo coinvolta in una chat degli orrori. È la fine.
Per i nati sotto una cattiva stellanon c’è fuga che possa salvarli, posto dove nascondersi. Non rimane che una scelta. Reclusi nella propria cameretta. Alla gelida luce di uno smartphone. Uccidersi. Da soli.

Note di regia
Lo smartphone ci ha cambiato la vita.
Lo tocchiamo e accarezziamo più di 2000 volte al giorno. Non toccheremo mai nessuno così tanto. È l’indiscusso protagonista della grande rivoluzione antropologica di fine millennio. Esiste un prima e un dopo. E uno smartphone nel mezzo.
Lo smartphone è anche il deus ex machina di Romeo e Giulietta Opera Ibrida”.
Perciò lo abbiamo introdotto nel rapporto col pubblico in un modo del tutto innovativo. Come sappiamo, in teatro lo smartphone è il grande escluso, guai ad accenderlo, bisogna silenziarlo, nasconderlo. In Romeo e Giulietta Opera Ibridalo spettatore non viene solo invitato, bensì “obbligatoad usarlo.

In alcuni momenti della pièce lo spettatore deve armarsidi smartphone e cuffie e scegliere chi spiare, quale ramo della storia seguire, cosa escludere. Gli attori e le attrici infatti reciteranno alcune scene in spazi non direttamente visibili dagli spettatori e saranno seguiti da cameramen e trasmessi in diretta streaming sugli smartphone. Lo spettatore accetta l’ansia, la frustrazione di non poter sapere tutto, ma può switchare da una scena all’altra. Non è solo fruitore passivo, ma complice attivo in una vicenda che esplode, per l’appunto, attorno ad un video condiviso tra migliaia di haters sconosciuti. Al tempo stesso l’uso dello smartphone allarga lo spazio scenico, lo deforma, lo arricchisce. Il palco non è solo di fronte alla platea, ma sono i camerini, i corridoi, gli edifici e le strade attorno al teatro, l’interno di un’automobile poco distante. Lo spettatore sfonda la quintatura e guarda dove prima non era possibile guardare, ha quella stessa sensazione di controllo che proviamo ogni giorno accarezzando il nostro smartphone. Siamo ovunque, in contatto con tutti. È vero? È falso?


Piccolo Teatro Mauro Bolognini

Spettacolo fuori abbonamento

Date

  • venerdì, 23 Febbraio 2024
    ore 20.45

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