La via del Funaro
L’ECCEZIONE E LA REGOLA
di Bertolt Brecht
traduzione di Laura Pandolfi
progetto e regia di Renata Palminiello con la collaborazione di Sena Lippi
con (in o.a.) Maria Bacci Pasello, Stefano Donzelli, Marcella Faraci, Mariano Nieddu, Jacopo Trebbi
> fascia d’età dai 13 ai 19 anni
con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Armunia CapoTrave/Kilowatt)
copyright della Suhrkamp Verlag AG Berlin per gentile concessione dell’Agenzia Danesi Tolnay
“Vogliamo riferirvi la storia di un viaggio compiuto da uno sfruttatore e due sfruttati
Con attenzione osservate il comportamento di questa gente
Trovatelo sorprendente anche se non vi appare strano
Non chiaro anche se familiare
Anche la regola sia per voi incomprensibile.
Il più piccolo gesto anche se appare facile guardatelo con diffidenza.
Indagate a fondo se ciò che sembra usuale sia proprio il più giusto.
E vi preghiamo:
Non trovate ciò che ogni giorno accade naturale
Che nulla sia chiamato naturale
In questo tempo di sanguinosa anarchia
Di regolato disordine, di sistematico arbitrio
Di disumanata umanità.
Che nulla mai vi appaia come cosa immutabile”
(Bertolt Brecht)
Comincia con questa fondamentale premessa L’Eccezione e la Regola, il testo di Brecht scritto nel 1930 e appartenente al gruppo dei suoi testi didattici. Formalmente perfetto, semplice come gli esempi giusti, aspro e forte, ma anche profondamente poetico, ha una disperata lucidità che lo fa oggi ancora necessario.
La storia:
Tre uomini – un Mercante, un Portatore e una Guida – devono raggiungere il più velocemente possibile la città di Urga per concludere un affare. Il Mercante licenzia la Guida perché non fa marciare abbastanza in fretta il Portatore e prosegue solo con quest’ultimo il viaggio nel deserto. Durante una sosta il Portatore, temendo di essere trovato con una borraccia d’acqua ancora piena, la porge al Mercante. Il Mercante, pensando di essere invece minacciato dal Portatore con una pistola, lo uccide.
Se ogni volta che si affronta un materiale drammaturgico si devono cercare gli strumenti di lavoro, le forme, perché questo prenda corpo e voce, nel caso di Brecht, che accompagna le sue opere da scritti teorici, l’operazione non è più facile. Il peso dei suoi scritti sembra prevalere sulla messa in scena: un pericoloso equivoco. I rigorosi meccanismi predisposti per il teatro epico chiedono infatti di essere sì applicati, ma senza perdere di vista le necessità dello spettacolo. Lo stesso Brecht non riteneva le sue soluzioni modelli da imitare, in quanto per lui lo spettacolo era solo “la migliore soluzione possibile in date circostanze e le circostanze sono sempre e ovunque differenti”. Lavorare su Brecht è una vera tentazione. Il passaggio dalla lettura al lavoro sulla scena è un salto di gioia, un piacere, una fatica piena di divertimento. Le sue parabole in particolare non sono solo rappresentazione del reale ma un invito al movimento, una musica da ballare.
(Renata Palminiello)
“Il teatro deve assolutamente poter restare una cosa superflua, il che significa, beninteso, che allora per il superfluo si vive”.
(Bertolt Brecht)

Il Funaro Centro Culturale Pistoia
Spettacolo fuori abbonamento
Date
sabato, 11 Novembre 2023
ore 20.45venerdì, 17 Novembre 2023
ore 20.45