il Funaro al Teatro Manzoni per Pistoia TEATRO Festival
A FURY TALE
idea e regia Cristiana Morganti
coreografia Cristiana Morganti
in collaborazione con Breanna O’Mara, Anna Wehsarg , Anna Fingerhuth
interpreti Breanna O’Mara, Anna Wehsarg / Anna Fingerhuth
collaborazione artistica Kenji Takagi
disegno luci Jacopo Pantani
video Connie Prantera
editing musiche Bernd Kirchhoefer
assistente Sabine Rivière
tecnico suono-video Simone Mancini
PRIMA REGIONALE
il Funaro - Pistoia e Cristiana Morganti
in coproduzione con Festival Aperto / Fondazione I Teatri - Reggio Emilia
in collaborazione con AMAT & Civitanova Danza per Civitanova Casa della Danza
con il sostegno della Città di Wuppertal e Jackstädt Stiftung - Wuppertal (DE)
Nel 2016, a cinque anni dall’inizio del percorso di Cristiana Morganti come solista e coreografa “indipendente” dal Tanztheater Wuppertal Pina Bausch nasce “A FURY TALE”. Accade dopo due coreografie create per il Conservatoire Nationale Superieure di Parigi e dopo la creazione degli spettacoli “Moving with Pina” (2010) e “Jessica and me” (2014), che la vedono entrambi protagonista in scena. Cristiana Morganti ha inoltre ricevuto nel 2011 il premio Positano Leonide Massine come Migliore Danzatrice Contemporanea dell’anno e nel 2014 il PremioDanza & Danza come Migliore Interprete/Coreografa.
In “A FURY TALE” Cristiana Morganti non danza e si riserva, nel ruolo di coreografa e regista, la possibilità di una maggiore distanza critica affidando ai corpi e alle personalità di due donne, alte, pallide, dai capelli rossi, uguali ma diverse il compito di restituire la sua riflessione sensibile, ironica e in parte autobiografica sul femminile nelle sue molte, possibili declinazioni: competizione/ amicizia, isterismo/dolcezza, imprevedibilità/quotidianità, aggressività/tenerezza. Lo spettacolo, animato da queste potenti alternanze, rivela a momenti un universo onirico e misterioso, in bilico tra fiaba e realtà: a tratti ci troviamo di fronte a due creature fatate, selvatiche e furbesche, poi, senza preavviso, siamo testimoni di scorci di vita reale delle due danzatrici.
Un altro importante filo rosso nello spettacolo è la rabbia, nella sua doppia veste di potenza distruttrice o spinta vitale. Su una scena completamente bianca, quasi uno sfondo su cui far esplodere video, colori e luci stroboscopiche, le due danzatrici agiscono, danzano, si scontrano e si raccontano. Il dialogo con la coreografa è sempre presente, fa parte della storia, anche per indagare il vissuto delle danzatrici nel rapporto con chi le dirige, ma non solo. Cristiana osserva dall’alto le sue interpreti, con sguardo partecipe e ironico, ed entra, solo per un momento, sul palcoscenico, come a dire della fragilità di una presunta quarta parete, della labilità di confini fra vita e finzione, biografia e artificio. L’incalzante susseguirsi delle scene, avviene con tagli netti, quasi cinematografici, senza dissolvenze, ed è accompagnato da un collage musicale che spazia con voracità tra stili e generi, dal punk-rock a Bach. I tanti momenti di danza sono potenti e imprevedibili ma anche delicati; rivelatori di fragilità e timori, di sogni e speranze.
durata: 1h 10′