Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
Compagnia Lombardi - Tiezzi

L’APPARENZA INGANNA

di Thomas Bernhard

traduzione Roberto Menin

drammaturgia Sandro Lombardi

personaggi e interpreti

Karl, un vecchio artista – Sandro Lombardi
Robert, suo fratello, un vecchio attore – Massimo Verdastro

regia di Federico Tiezzi
scene di Gregorio Zurla
costumi di Giovanna Buzz

Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
Compagnia Lombardi - Tiezzi

L'apparenza inganna Sandro Lombardi - Massimo Verdastro regia Federico Tiezzi 10 (foto Luca Manfrini)
Lo spettacolo è una coproduzione tra l’Associazione Teatrale Pistoiese e la Compagnia Lombardi-Tiezzi, per la regia di Federico Tiezzi, il cui Teatro Laboratorio della Toscana, il Corso di alta formazione per attori professionisti, è ospitato dal 2014 presso l’Associazione Teatro Pistoiese.

Già realizzato con successo (Premio Ubu per la regia) nel 2000, L’apparenza inganna, di Thomas Bernhard, con Sandro Lombardi e Massimo Verdastro, regia di Federico Tiezzi, è adesso oggetto di un allestimento totalmente nuovo.
Per l’occasione, Tiezzi recupera la primitiva soluzione scenica: due diversi luoghi cui far accedere un pubblico che possa compiere simbolicamente il viaggio di Robert a casa di Karl e quello di Karl a casa di Robert.
A suo tempo rappresentato in questa dimensione soltanto in poche, privilegiate situazioni, lo spettacolo fu poi trasposto in una versione tradizionale da palcoscenico. Oggi, la collaborazione dell’Associazione Teatrale Pistoiese consente a Tiezzi di ripristinare, con una nuova scenografia (dovuta a Gregorio Zurla), il progetto originario: spazi ridotti nei quali gli spettatori siano a stretto, strettissimo contatto con gli attori, in un esperimento di abolizione totale della ‘quarta parete’, allo scopo di ottenere un coinvolgimento emotivo massimo con il pubblico che, grazie a porte di armadi a specchio, si vedrà direttamente riflesso dentro lo spazio dell’azione. Questo consente inoltre ai due attori di elaborare una recitazione tutta interiorizzata e perseguire lo scopo di offrire allo spettatore quasi la sensazione di entrare nei loro stessi pensieri, nei tormenti, nel ‘non detto’ che muove le loro parole.
Siamo nella settimana tra Natale e Capodanno. In un appartamento di Vienna, disseminato di vecchie fotografie, tra scomodi mobili demodé ricolmi di abiti e scarpe, un anziano signore in pigiama striscia sul pavimento alla ricerca della sua limetta per le unghie. Così Thomas Bernhard inizia L’apparenza inganna (1983). Il vecchio signore è Karl, che attende la visita di suo fratello Robert. Sono entrambi anziani. Sono stati l’uno giocoliere, l’altro attore. Adesso sono in pensione. Si fanno visita regolarmente ogni martedì e ogni giovedì. Il martedì è Robert che va da Karl, il giovedì Karl rende la visita a Robert. Costruito secondo un procedimento di alternanza tra monologhi e dialoghi, L’apparenza inganna racconta due solitudini: atroci, dolorose, ma anche ridicole e beffarde. Il terzo polo della situazione è Mathilde, la defunta moglie di Karl. Il nucleo oscuro del contrasto è legato al testamento di Mathilde che non ha lasciato la casetta dei week-end al marito, bensì al cognato Robert. Da questo spunto si innesca un meccanismo a catena che porta i due a escogitare ogni possibile pretesto per soddisfare quelli che sembrano essere, con definizione beckettiana, i bisogni del tormento: piccoli dispetti, contraddizioni, ricordi di infanzie e adolescenze conflittuali.
«A me gli attori / hanno sempre interessato / quelli notevoli», dice Karl a Robert. Anche a Bernhard hanno sempre interessato gli attori e questo emerge splendidamente dalla tessitura di una scrittura drammaturgica consapevole quanto poche delle possibilità, delle psicologie, delle amarezze, degli slanci e delle euforie degli attori. E agli attori Bernhard offre anche con questo testo un combustibile straordinario. In due situazioni di speculare claustrofobia, nell’orizzonte limitato di una terra desolata dello spirito, è sorprendente l’ampiezza di registri e di stati d’animo, di sfumature e di invenzioni che il geniale drammaturgo austriaco offre ai suoi due personaggi. Con uno stile asciutto e acido, Bernhard sciorina tutta una collezione di sofferenze e rancori, richieste di aiuto mascherate da aggressioni, insulti che nascondono disperate richieste di aiuto, con il paradossale risultato di raggiungere una sinistra, corrosiva comicità.

Lo spettacolo ha debuttato il 24 ottobre 2015 al Teatro Manzoni di Pistoia

replche fino al 31 ottobre, dal 10 al 24 novembre 2015 Pistoia, 27 e 28 novembre Castello Pasquini Castiglioncello


Tournée

debutto prima nazionale
Pistoia (Teatro Manzoni) dal 24 al 31 ottobre 2016, dal 10 al 24 novembre 2016
le altre date
Castiglioncello (Castello Pasquini “Armunia”) 27/28 novembre 2016

 

 

2017

Monsummano Terme (PT) , 20 – 21 gennaio 2017 (Teatro Yves Montand)

Borgo San Lorenzo (FI), 25 gennaio 2017 (Teatro Giotto)

Camaiore (LU), 26 gennaio 2017 (Teatro dell’Olivo)

Buti (PI), 27 gennaio 2017 (Teatro Francesco di Bartolo)

Firenze, 31 gennaio 2017 – 05 febbraio 2017 (Relais Santa Croce, Teatro Verdi)

Roma, 7 – 12 febbraio 2017 (Teatro India)

Russi (RA), 14 febbraio 2017 (Teatro Comunale)

Fidenaza (PR), 15 febbraio 2017 (Teatro Girolamo Magnani)

Modena, 28 febbraio 2017 – 05 marzo 2017 (Teatro Delle Passioni)

Legnano (MI),  18 marzo 2017

Milano, 21 marzo 2017 – 2 aprile 2017 (Teatro Franco Parenti)

Pistoia, 4-5 aprile 2017 (Teatro Manzoni – per le scuole)