Valentina Sperlì Roberto Valerio
Antonino Iuorio Nicola Rignanese

L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE

(ARCHIVIO)

di Carlo Goldoni

adattamento e regia Roberto Valerio

e con Massimo Grigò

e Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel

scene Giorgio Gori

costumi Lucia Mariani

luci Emiliano Pona

 

Debutto: Teatro Manzoni Pistoia, 1 marzo 2013



Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl

SPLENDIDA, DIVERTENTE COMMEDIA, MA ANCHE IMPIETOSO RITRATTO DEL MONDO DELLO SPETTACOLO, DELLE SUE DIFFICOLTÀ PRECARIETÀ. UNA RIFLESSIONE, QUANTO MAI ATTUALE, SULLO STATO DELL’ARTE E DEL TEATRO CONTEMPORANEO.

 

Appunti di regia di Roberto Valerio

Composta nel 1759, l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo: può a ragione “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell’opera.

La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare carichi d’oro e di celebrità.

Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità.

Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro.

“L’impresario delle Smirne” è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie?


(foto Francesca Pagliai)
(foto Francesca Pagliai)


Video