Una nuova esclusiva per la Toscana. In scena, dal 3 al 5 marzo Fedra, spettacolo vincitore del “Premio della Critica ANCT 2016” (tratto dalla Phaedra di Seneca, con estratti dall’Ippolito di Euripide e dalle Lettere di Seneca), per la regia e l’adattamento di Andrea De Rosa, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Sul palco alcuni tra i maggiori, carismatici protagonisti della scena attuale: Laura Marinoni, Luca Lazzareschi e Fabrizio Falco (già Premio Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia 2012 e Ubu miglior attore Under 30 nel 2015 per Lehman Trilogy). Nel cast anche Anna Coppola e Tamara Balducci. Scene e costumi sono di Simone Mannino; Pasquale Mari e G.U.P. Alcaro firmano, rispettivamente, luci e suono.
Uno spettacolo, minimale quanto carnale, onirico in stile lynchano, chirurgico e passionale al contempo, che consegna alla scena una delle più profonde indagini sull’uomo, ovvero quella che riguarda l’irriducibile, insondabile eros, rappresentato nel furor dI Fedra.
Per il ciclo “Il Teatro si racconta” la compagnia incontra il pubblico sabato 4 marzo alle ore 17,30 al Saloncino Manzoni; conduce l’incontro Andrea Nanni, critico di teatro.
In occasione di Fedra si inaugura anche una particolare sezione dedicata ai giovani e agli studenti del ciclo “Percorsi di visione”: nel tardo pomeriggio di venerdì 3 marzo Giorgio Testa, operatore teatrale e psicologo dell’età evolutiva, incontrerà una gruppo di studenti che assisteranno allo spettacolo la sera, in quella che vuole essere un’occasione di dialogo e confronto, per costruire assieme un percorso di conoscenza attorno all’esperienza teatrale.
Fedra, sposa del re di Atene Teseo, arde di passione amorosa per il di lui figlio di primo letto, Ippolito. Il giovane, discendente della regina delle amazzoni, attratto dalla promessa d’innocenza insita nella natura, devoto alla caccia e distaccato dai legami familiari, respinge l’offerta della regina, che mediterà contro di lui una feroce vendetta di cui sarà artefice l’ignaro Teseo. La tragedia si compie fino alla morte violenta di Ippolito e al suicidio di Fedra.
Andrea De Rosa è riconosciuto oggi come un nuovo esponente di quel teatro di regia che offre alla contemporaneità sempre nuove poetiche per la scena. Nell’ambito drammaturgico, la sua attenzione sosta con particolare curiosità nell’universo dei classici e del mito, aprendo la strada a sperimentazioni che scandagliano la modernità di testi senza tempo. De Rosa li attraversa con capillare intarsio della parola e con spirito innovativo nell’utilizzo di linguaggi sonori, musicali e multimediali, producendo immagini, azioni, relazioni che trovano carne e voce in un attore insieme classico e viscerale.
Sul piano tematico, se si vuole seguire un filo che lega alcune sue scelte di percorso, ricorre il nodo di un amore inteso come pulsione accecante, archetipo da rintracciare nelle drammaturgie più sedimentate del repertorio teatrale, come è per la figura di Fedra, che egli affronta attraverso l’opera di Seneca e di Euripide: se l’autore latino riscrive il mito greco liberandolo dal legame con il fato e dal disegno degli dei, consegnandolo in questo modo alla responsabilità dell’uomo, De Rosa ritrova, attraverso la fonte greca, un dialogo con le divinità, per contemplare la smisuratezza di forze che sovrastano l’uomo.