Seconda puntata per la nuova avventura di ‘teatro antropolgico’ de Gli Omini, Circolo Popolare Artico, liberamente ispirato ai racconti del danese Jørn Riel (editi da Iperborea) e coprodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese. Dal 7 al 10 novembre (ore 21) va in scena al Piccolo Teatro Mauro Bolognini l’episodio n. 2 “La bufera”, scritto da Giulia Zacchini e interpretato da Luca Zacchini e dai Tony Clifton Circus, Nicola Danesi De Luca, Iacopo Fulgi.
Circolo Popolare Artico è un progetto, una piccola società laterale, il manifesto sregolato di un uomo che fatica a stare al passo con il mondo e non vede altra scelta che fondarne un altro, artico, fatto di leggi chiare e persone scelte. Persone talmente scelte che i membri del Circolo Popolare Artico de Gli Omini sono due e hanno deciso di fare tre assemblee di soci… In “Prove di resistenza”, l’episodio pilota della serie artica, il presidente del Circolo, Paolo Ralani, detto Paolino, ha aperto le porte del suo club al pubblico per la prima volta e, con uno stile che oscilla tra Greta Thunberg e Sandro Pertini, ha tentato di spiegare le proprie ragioni attraverso parabole di vita reale di cacciatori groenlandesi. Parabole che parlano della necessità di scelta, della forza di volontà, del potere delle idee e dello spirito di adattamento. Nel corso di questa prima presentazione ha sottoposto il suo fedele allievo ad un duro addestramento.
Adesso, ne “La bufera”, l’allievo, rimasto solo e con un messaggio di addio poco intellegibile, proverà a portare avanti il progetto popolar-polare da solo, conducendo la seconda assemblea. In questo momento in cui, senza una guida, la solitudine diventa pressante e la confusione regna, verrà travolto da una sensazione di vertigine tipica dell’inverno polare. Gli verranno in devastante aiuto due amici; voci e strane apparizioni s’insinueranno dentro il suo rifugio per catapultarlo dentro le storie di poeti senza matite e orsi che si svegliano troppo presto dal letargo…
In quest’epoca che vede sciogliersi insieme al senso etico anche la terra dei ghiacci, Gli Omini si spingono ai margini del mondo e si addentrano nell’Artico. Più precisamente nel Nord Est della Groenlandia, un angolo ai margini del pianeta e del tempo, tra i cacciatori anarchici dei racconti di Riel, antropologo, viaggiatore e narratore.
L’avventura artica de Gli Omini si concluderà dal 26 al 29 febbraio con l’episodio n. 3 “La vergine fredda” affidato a Francesco Rotelli, Luca Zacchini e Paola Tintinelli), proposto sul palco del Teatro Manzoni.
Gli Omini hanno ‘incontrato’ Riel, un uomo che a diciannove anni ha lasciato la propria casa, per andare ai margini del mondo, nella porzione di terra più disabitata del pianeta. Lì è rimasto vent’anni, affrontando il buio, le bufere di neve, la solitudine totale. Lì ha conosciuto una società di uomini regolata da leggi non scritte e sottomessa solo alla potenza della natura. Nei suoi anni passati in Groenlandia tra i cacciatori solitari e gli iceberg, per sopravvivere alla lunga notte, scrive una serie di skrøner, storielle, aneddoti, cronache buffe, racconti di minuta leggendarietà quotidiana, verità che sembrano menzogne e menzogne che diventano verità: una saga di racconti popolati da 15 uomini, cacciatori antieroici, filosofi e buffoni, animali selvatici gonfi d’alcool e maleodoranti, 9 capanne, 92 cani da slitta, iceberg. Qui Gli Omini si sono rifugiati, per evadere dalla quotidianietà, per scardinare le certezze di ciò che diamo per scontato, per tentare di salvare un mondo in via d’estinzione.
Con uno stile che oscilla tra Greta Thunberg e Sandro Pertini, tenterà di spiegare le proprie ragioni attraverso parabole di vita reale di cacciatori groenlandesi. Parabole che parlano della necessità di scelta, della forza di volontà, del potere delle idee e dello spirito di adattamento.
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Jorn Riel
Nato nel 1931 a Odense, la città di Andersen, è uno degli scrittori danesi più amati in patria, dove ogni suo titolo supera le duecentomila copie. Dopo sedici anni trascorsi tra i cacciatori in Groenlandia, è inviato dell’ONU sui fronti più caldi del medio ed estremo oriente. Esploratore ed etnologo, che parla eschimese e tailandese, vive in seguito in Malesia, alternando soggiorni in Nuova Guinea a viaggi in Europa.Autore di una quarantina di opere, tra cui più di venti ambientate in Groenlandia, ha ricevuto nel ’94 il Premio dei Librai Danesi come autore dell’anno e nel ’98 il Premio della Letteratura Nordica in Francia.Tra i suo titoli: Safari artico (1999), La vergina fredda (2002), Una storia marittima (2004), Uno strano duello (2005), Prima di domani (2009), Viaggio a Nanga (2012)